REALISMO   FANTASTICO





LA RAPA-NUI BRETONE

Gianni V. Settimo



Nei pressi di Rothéneuf, un sobborgo di Saint-Malo, tre chilometri circa ad oriente del capoluogo, si possono ammirare le "Rocce Scolpite" d’Adolphe Julien Fouré.  L’abate Fouré, nato nel 1839 e morto il 10 febbraio 1910, era stato parroco in diversi piccoli villaggi bretoni impregnati d’arcaiche leggende saturate di chimerici e meravigliosi personaggi.
Isolato a causa della sordità e dal mutismo in una vita di solitudine foriera di miti e fantasticherie, trasformò (dal 1885 al 1910) un'aspra scogliera atlantica in un fantastico sviluppo di mostri, marini e umani.
La Parrocchia
Continuamente corrosa dalle onde della Manica, questa piccola Rapa-Nui racconta l'epica tregenda di un clan feudale di pirati e avventurieri che insanguinarono quel mare. Fu nell'ottobre del 1883 che il parroco del villaggio di Langouet, affetto da emiplegia, fu messo in pensione per un'incipiente sordità e una paralisi progressiva alla lingua.
L'abate Fourè Nonostante questa malattia, il sacerdote conservava una tempra di ferro e un fisico da "camallo genovese". Presa in affitto una modesta casetta con orticello, il nostro abate fu quasi grato a quelle due infermità che lo mettevano a riposo anzitempo. Stanco di beghine petulanti e di pettegolezzi da bottega, il suo temperamento di solitario era appagato. Come gli sia venuta in mente l'idea di scolpire la scogliera non si seppe mai.

Sordo e muto, faceva lunghe passeggiate al mare e per ore rimaneva a fantasticare su uno scoglio di fronte alla Manica. Forse uno di quei tramonti spettacolari di cui si vanta la Côte d'Emeraude gli rivelò all'improvviso strane forme nascoste nella scogliera.

Già scavate dal mare quelle rocce avevano bisogno solo dell'intuizione di un sognatore per dare alla luce le forme che celavano. Tempo addietro aveva ascoltato, quando il suo orecchio percepiva qualche suono, la sanguinosa tregenda dei Rothèneuf, feudatari locali e pirati che dal Cinquecento al Settecento avevano dominato quel mare e quella terra.

Il religioso trovò infine quello che da anni andava cercando: una gran saga tramandata oralmente, di cui nessuno non aveva mai scritto, e di cui sarebbe stato l'unico cantore. La cantò in cinquecento metri quadrati di rocce, creando in venticinque anni di lavoro titanico più di trecento figure di granito: un'epopea pietrificata, un incredibile museo all’aperto. Diviso in due grandi parti, il Paradiso e l'Inferno, solcato da scalinate che scandiscono i capitoli e che ci permettono di ammirare da vicino ogni episodio che la scogliera ostenta.

Incredibili personaggi in faccia alle onde, che periodicamente le ricoprono, ci fissano freddi nella loro staticità, muti testimoni di quella vasta tribù di scellerati che per generazioni signoreggiarono quei luoghi e che ancora oggi "vivono" nelle paurose leggende.

La Roccia scolpita chiamata l'Egiziano Accanto ai Rothéneuf e alle loro compagne, vediamo Gargantua, i marinai, i carpentieri, le vedette che fissano il mare in cerca di velieri in difficoltà da poter saccheggiare, i mercanti senza scrupoli che ricettavano i frutti delle piraterie, gli usurai, il disonesto tesoriere, l’Egiziano, i cuochi, i grassi cappellani, i piccoli contrabbandieri, i nani, i feroci corsari, Lucifero e per finire i mostri marini nell’atto d’ inghiottire i malvagi.
Su tutti domina l'altare di San Budoc, mitico "attore" del folclore religioso locale, uno dei primi cristiani bretoni, molto venerato in tutta la regione.
L'abate Fouré, che ogni giorno scendeva fra le rocce munito di mazzuola e scalpello, divenne anch'egli un personaggio quasi mitico. Cominciarono, da parte dei turisti, le passeggiate alle "Rocce Scolpite", ancora non terminate e ben presto anche il suo rifugio diventò un meta per le chiassose comitive di villeggianti nella Côte Emeraude. L'altare di San Budoc


"La sculpture s'installe dans le même milieu que celui qui la contemple.
Chaque pas de l'observateur, chaque heure du jour,
... engendre à une sculpture une certaine apparence, toute différente des autres."

Paul Valery



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